sabato 6 luglio 2013

NEW ENGLAND on the road (Massachusetts, Maine, New Hampshire, Vermont)



Quest’anno per il nostro on the road abbiamo scelto il New England con qualche variazione sul tema. Si parte l'8 giugno 2013. Il periodo purtroppo non è quello propizio per il foliage, ma contiamo che anche total green possa essere bello lo stesso.

 Ovviamente come in ogni nostro viaggio si deve iniziare con l’episodio sfigato (tralasciando la devitalizzazione a sorpresa di nostro figlio Martino due giorni prima e l’onere di dovergli tappare il dentino lasciato aperto in vista del volo aereo, vale a dire dovergli infilare e poi togliere il cotone dal dente ad ogni pasto per tutta la vacanza… una tortura medievale.)
Alle 23.30 sempre il medesimo figlio, specifichiamo due-ore-e-mezza-prima-della-prevista-partenza, si lamenta nel sonno. Tensione. Vado al suo lettino per chiedere che succede, lui si mette a sedere e parte un getto di vomito che devasta la parete verde acido (ora lo sarà nel vero senso del termine) e inzuppa lenzuola, cuscini, peluche e materasso. Iniziamo a smadonnare e a prefigurarci gli scenari più drammatici tipo non riuscire a partire. Buttiamo tutto in vasca e puliamo il più grosso.
Nel frattempo Martino finisce in bagno, in preda al mal di pancia, e dopo poco lo raggiunge sua sorella, che si è agitata a vedere il fratello star male. Siamo affranti. Iniziamo a pulire quello che riusciamo, la sveglia suona e le valigie sono ancora da chiudere. Per fortuna la situazione si ridimensiona in una mezz’ora, i bambini sembrano fisicamente a posto, la casa è un devasto e proviamo a partire in orario nonostante le nefaste premesse, con un’ansia addosso allucinante.
Contiamo sull’aiuto della nonna per ripulire casa una volta partiti. Ah, partiamo con la macchina nuova (che non avremmo voluto lasciare tre settimane al parking dell’aeroporto) perché quella vecchia da ieri fa strani rumori tipo di Titanic che affonda, e non è consigliabile rischiare di rimanere a piedi in autostrada nel bel mezzo della notte con un aereo da prendere. Alle 3 e mezza siamo al parking low cost di Bologna, tutto regolare. La navetta poi ci porta all’aeroporto, e alle 7 della mattina decolliamo per Madrid. Martino sembra totalmente ripreso ma eccoti l’ennesima sfiga da partenza: la Mavi raffreddata da 2 giorni inizia ad accusare forti dolori alle orecchie in fase di atterraggio, fino a mettersi a piangere. Ma non mi lascio più spaventare da queste cose, oramai! Atterrati a Madrid alle 9.30 recupero la situazione con il Moment Rosa, e il mal di orecchie se ne va. Alle 13.50 decolliamo per Boston con un volo Iberia/American Airlines. Grazie al cielo ho il posto al finestrino, unico presupposto per riuscire a dormire, e dormo. Anche i bimbi dormono, il volo fila liscio e atterriamo al Boston Logan Int. Airport 8 ore dopo, alle 14.30 americane. Incredibilmente stiamo tutti bene… il viaggio può iniziare!
Vi racconto tutto questo per farvi capire che i viaggi di questo genere con i bambini sono sicuramente un terno al lotto ma quando le sfighe si presentano non bisogna farsi prendere troppo dal panico, o rinunciare a viaggiare per paura che capitino. E come avrete capito se leggete il blog, a noi capita quasi ogni volta.


Entrati in Massachusetts dopo una lunga e sfigata coda per l’immigrazione negli US – per strani meccanismi di Murphy riescono a passarci davanti in 300 - andiamo alla Thrifty per noleggiare l’auto. Sullo shuttle un giappoamericano mi offre il suo posto a sedere in quanto io donna… non disabile, non incinta, non anziana… solo donna, e realizzo di essere negli Stati Uniti!
Stavolta non scegliamo noi la macchina, ci hanno riservato una Jeep bianca molto yankee, lievemente più piccola rispetto alle auto precedentemente noleggiate. Nella totale indecisione decidiamo di fare l’E-Zpass, che costicchia ma ci consente di non preoccuparci dei vari toll da pagare sulle strade, un pensiero in meno. Si tratta di un pass prepagato per tutte le autostrade, con corsia preferenziale. E nella tariffa è compreso il secondo guidatore, così ci possiamo alternare...non male, questo ci convince a farlo.




Sistemati figli, bagagli, seggiolini e Tomtom (tutti importati dall’Italia ovviamente) sulla nostra auto, partiamo per Medford, una zona residenziale di Boston dove abbiamo prenotato una stanza con Airbnb da Karina, un’americana che affitta stanze a casa sua. Lei a casa non c’è, ma come ci aveva anticipato per mail lasciandoci attoniti, troviamo la chiave nascosta dove indicato, sullo stipite della porta nel retro. Entriamo in casa sua e ci sistemiamo, poi usciamo per una piccola spesa da Walgreens. Il cibo è come sempre troppo caro, quindi prendiamo solo saponi, dentifricio, piatti di carta. Torniamo da Karina e la troviamo in casa col compagno (che tipa!) mentre cenano in piedi (!!) con yoghurt e cereali (!!!), le chiediamo qualche indicazione per visitare Boston il giorno dopo e poi saliamo nelle nostre camere… cena leggera con lo yoghurt dell’aereo e crolliamo tutti nonostante il fuso contrario.





Il giorno dopo risistemiamo le valigie, le chiudiamo e salutata Karina raggiungiamo l’Oak Grove Station. Per fortuna è domenica così possiamo lasciare la macchina in strada senza pagare il parcheggio. Prendiamo la metro Orange Line per andare a visitare il centro di Boston. 


Sbarchiamo a Downtown Crossing e troviamo una Boston fresca, soleggiata e deserta…si sta proprio bene. Decidiamo di percorrere il Freedom trail, un percorso contrassegnato da una linea rossa per terra che conduce ai posti più noti della città.

 
  Ci sta una bella colazione da Starbucks per iniziare… morning bun, apple fritter, americano, vanilla latte… mmmmm quanto ci erano mancati! Continuiamo sul Freedom Trail con le seguenti tappe: Boston Common, Massachusetts State House, Park Street Church, Granary Burying Ground, King’s Chapel, King’s Chapel Burying Ground, Benjamin Franklin Statue & Boston Latin School, Old Corner Book Store, Old South Meeting House, Old State House, Site of Boston Massacre, Faneuil Hall, Paul Revere House, Old North Church, Copp’s Hill Burying Ground, Bunker Hill Monument e per finire la USS Constitution.  


A tarda ora di pranzo riprendiamo la Orange line e torniamo alla nostra macchina, è il momento di partire verso nord.
Inizia il vero on the road! Le abitazioni di questa parte degli Usa ci lasciano basiti, sono carinissime, tutte in legno, una diversa dall’altra, curatissime. Dopo Portsmouth si passa nel Maine


A Kittery ci fermiamo alla Bob’s Clam Hut, un posticino sulla strada dove si mangia dell’ottimo pesce freschissimo. Ordiniamo i fenomenali lobster’s rolls (panini pieni di pezzi succosi di astice) e fish&chips per i bambini.


 Supersoddisfatti da questo pranzetto proseguiamo verso York, non vogliamo assolutamente perderci la tappa al meraviglioso faro Nubble Light a Sohier Park. Dalle scogliere il panorama è mozzafiato.


Quindi proseguiamo e scendiamo sulle immense spiagge di Ogunquit e Kennebunk

 
 
 


Meravigliose distese di spiaggia con dei bagnasciuga sterminati su cui si specchia il cielo azzurro.
 

Sulle scogliere le favolose ville di legno decorano l'orizzonte. Sono gli incantevoli luoghi della Signora in giallo!


 A Biddeford ci fermiamo per fare la spesa da Shawns e poi raggiungiamo il nostro hotel, l’American Best Value Inn. Ceniamo con frutta fresca acquistata al supermercato, ananas e melone.


Il mattino dopo ne combino una delle mie. Dando per scontato che come nella maggior parte degli hotel qui ci sia il servizio 24/7, suono il campanello della reception alle 5 e mezza per prendere il caffè lungo che di solito viene sempre servito agli ospiti. Mi apre l’indiano che gestisce il motel, rincoglionito dal sonno, con sguardo pieno d’odio, e finchè mi prendo il caffè mi fa notare scusandosi che il caffè non è caldissimo perché ehm...lì la reception apre alle 7. Comunque ha avuto un modo carino per dirmi che l’ho tirato giù dal letto e non ha gradito. Mi scuso ripetutamente e torno in stanza, defilandomi come un verme! Facciamo colazione con dolcetti americani presi al supermercato e poi come prima cosa andiamo a visitare il bellissimo faro di Cape Elizabeth, al TwoLights State Park. 


 Il paesaggio delle scogliere del Maine coi suoi fari è indimenticabile. 
 

Passeggiamo lungo la scogliera e poi risaliamo in auto verso Portland, la capitale del Maine. Questa cittadina sul mare non ci colpisce particolarmente...molto più affascinanti i paesini sperduti lungo la strada. 


 
Trovandoci nei paraggi proviamo a dare un’occhiata al Desert of Maine, un parco naturale di dune sabbiose, ma è a pagamento, prevede un tour guidato e non abbiamo abbastanza tempo. Ad ogni modo riesco a prendere un magnetino e un piccolo adorabile  pelouche a forma di aragosta allo shop.





 La tappa successiva è Freeport, una cittadina tax-free, regno di negozi  e outlet di marche famosissime, Nike, Calvin Klein, A&F et cetera. Noi facciamo shopping all’outlet di Abercrombie & Fitch e i prezzi sono davvero bassi. Poi visita obbligatoria al negozio L.L. Bean, uno store immenso di attrezzatura caccia-pesca e sport vari, con la caratteristica unica di non aver mai chiuso se non nel giorno della morte del suo fondatore. L’entrata è riconoscibile per il grande stivale waterproof, la calzatura L.L. Bean per eccellenza. 


L’interno del negozio è molto particolare e ben curato, con una vasca di pesci al centro, un acquario di trote gigantesco, orsi, puma e animali impagliati. E si vendono fucili come caramelle. Un commesso gentile ci insegna anche a tirare con l’arco nell’apposito reparto. Scopro che è il mio sport,  nello stupore generale.
Usciti da lì è ora di pranzo. Andiamo a South Freeport, in prossimità del porto, per mangiare l’astice da Harraseeket.


 Allo sportello delle ordinazioni i lobster mi fanno una pena tremenda (e anche un po’ senso, così verdognoli e pieni di zampe dinoccolate), ce li fanno vedere vivi al momento della pesata, quasi desisto ma tengo duro. Poi passiamo nel ristorante e lì ce li consegnano già cotti nei vassoi, di un bel colore rosso aragosta (ma và?), con un secchio e le pinze per mangiarli. Fanno impressione ma penso che sarà l’unico astice intero della mia vita e mi appresto ad assaporarlo.  Bisogna spaccare la corazza dura facendolo sgocciolare nel secchio di gomma, estrarre i grossi pezzi di carne bianca sugosa e intingerli nel burro fuso. Splatter spinto. Eh sì, mi spezzi il cuore caro astice… ma quanto buono sei???


  
 I bambini, meno sadici di noi, mangiano i clamburger, panini con una gustosa polpetta alle vongole. Ma tra una faccia di disgusto e l'altra, finchè noi squartiamo le povere bestie, elemosinano pezzi di polpa, e devono ammettere che eh beh, è delizia pura. Divorati i poveri crostacei inizia il nostro viaggio verso Bar Harbor. Non trovando nessuno Starbucks, prendo il mio primo caffettone da asporto da Dunkin Donuts e scopro che è veramente buono, non pensavo. 


 Le strade sono panoramiche e suggestive, in mezzo al verde, alle ville in legno, ai porticcioli di pescatori.


 Il Maine è un posto davvero incantevole, pittoresco anche senza foliage. Attraversiamo la costa frastagliata e la sua strada tortuosa in mezzo ai boschi, passando per Brunswick, Bath, e prima di Rockland visitiamo il faro Owl's Head Lighthouse dove facciamo una bella passeggiata nel bosco fino alla spiaggia. Pioviggina ma c'è molta atmosfera.

  


Ho deciso che il Maine schizza nella top five dei miei stati americani preferiti. Finchè attraversi i boschi è impossibile non fantasticare su quale di quelle bellissime case ti piacerebbe fosse la tua. 



Ripartiamo e attraversiamo Rockport, Camden, Lincolnville, Belfast, Searsport, Bucksport, Ellsworth, e infine poco prima di Bar Harbor, verso sera, raggiungiamo il Robbin’s motel, dove abbiamo prenotato due capannine, una per me e Mavi e una per Claudio e Martino. Dopo una bella doccia ceniamo tutti insieme in una delle due capanne con macaroni & cheese (ma quanto buoni sono!!!) e riso pepe e parmigiano che ci cuciniamo nel microonde della reception.



Il giorno dopo per la prima volta piove in modo consistente e il tempo è uggioso, ma pensiamo che con un paesaggio un po’ irlandese come quello di Bar Harbor può starci anche bene. Al centro di Bar Harbor facciamo colazione da Cafè this way, una caffetteria tipica, carinissima e accogliente, dove prendiamo bagel con cheese cream e pancakes allo sciroppo. Mi compro anche una delle bellissime tazze griffate, belle cicciotte come piace a me e ideali per i miei adorati caffettoni americani. 



Ampiamente rifocillati visitiamo il porto di Bar Harbor e poi partiamo per il giro del Parco Nazionale di Acadia

  
Piove parecchio e mi risulta un po’ difficoltoso fotografare senza bagnare la reflex ma è tutto così scenico, è dura resistere!


  
Seguiamo il percorso del Park Loop Trail, fermandoci nei vari scenic points, per finire con una passeggiata sotto la pioggia fino a Sand beach




Scendiamo anche al Thunder Hole, per ascoltare le onde che si infrangono in questo anfratto producendo il suono tipico di un temporale.



Piove parecchio ma passeggiamo lo stesso nella foresta per raggiungere il Jordan Pond. I colori della natura qui sono sublimi. 



Risaliti in auto ci avventuriamo sulla strada che porta alla Cadillac Mountain,purtroppo la nebbia si fa così fitta che desistiamo e decidiamo di tornare indietro. 


 Lasciamo il parco nazionale di Acadia e partiamo in direzione Augusta. Decidiamo di pranzare al Burger King dove ritrovo il mio hamburger preferito, il grossissimo Whopper, e la coppa Sundae Oreo con i pezzi di torta brownie. Il caffettone da compagnia anche stavolta decido di prenderlo al Donkin Donuts di fronte. Ad Augusta facciamo una bella spesa da Walmart dove ci divertiamo a caccia di stranezze, per noi è il paese dei balocchi! Obbligatorio l'acquisto di t-shirt brandizzate per tutti. Raggiungiamo il Super 8 per la notte e ceniamo con un familiare risetto al pomodoro.



Il giorno seguente inizia con una bella colazione in hotel a base di bagel e waffle allo sciroppo. Poi si parte in direzione Conway per ammirare i ponti coperti del New Hampshire. Il tempo è a tratti piovigginoso ma clemente, e guido io in mezzo ai boschi. Guidare sulle strade sceniche degli Stati Uniti...una delle esperienze più indimenticabili di questi viaggi. Vediamo il Saco River Bridge e il lungo ponte rosso coperto sullo Swift River.


 Poi imbocchiamo l'incantevole Kankamagus Highway, famosa per essere uno dei luoghi più spettacolari al tempo del foliage nell'intero New England. Noi la troviamo verdeggiante, ma dalle varie tinte degli alberi, tra loro molto diversi, sie ne intuisce la potenzialità. Il New Hampshire è spettacolare quanto il Maine. Vari cartelli sulla strada ci avvertono del pericolo di collisione con gli alci.
 

 Ed è proprio sulla Kankamagus che scorgo un grosso alce in mezzo al bosco, ovviamente torniamo indietro per fotografarlo. Che bestione imponente, faceva anche un po’ paura con quel musone e i grossi palchi. 
Purtroppo al passaggio di alcuni rumorosissimi motociclisti il nostro moose si spaventa e fugge nel bosco. 


Ci fermiamo ad ogni scenic point, vediamo le Lawfalls, poi le Rocky Gorges dove passeggiamo sulle rocce in mezzo all’acqua, l’Albany Bridge, un altro bellissimo ponte coperto e per finire le stupende Sabbaday Falls, che ritengo la tappa più affascinante qui in New Hampshire.






  Il percorso per raggiungere queste cascate è il più suggestivo tra tutti quelli finora imboccati. Fitti boschi, torrenti, cascate, profumi, suoni e colori che sono magia per gli occhi. Purtroppo dobbiamo fare ritorno e nel parcheggio delle Sabbaday Falls pranziamo con bagel alla cheese cream e ham. 

Dopo aver passato Lincoln ci troviamo nello stato del Vermont. La distesa di boschi non finisce mai e la strada è tortuosa, panoramica e per niente noiosa.


 A St. Johnsbury facciamo una sosta per visitare il Maple Factory Museum, una vecchia fabbrica di sciroppo d'acero...che profumooo! Ovviamente acquistiamo sciroppo d’acero locale e leccalecca all’acero nel negozio di souvenir. Saliamo fino a Barton e ci fermiamo per fare un po’ di spesa per la cena e la colazione al C&C. Raggiungiamo il Pine Crest Cabins nel pomeriggio e che meraviglia... I bambini sono entusiasti, abbiamo una vera capanna di legno nel bosco tutta per noi, con un piccolo fiumiciattolo che scorre davanti. Anche l’interno è total wood, caldo e accogliente, ovviamente loro vorrebbero restare qui tutta la vacanza!



Si cena con riso al pomodoro e pastina al pollo di Spongebob in barattolo…vi lascio solo immaginare cosa può essere, ma gli Usa vanno vissuti fino in fondo. 

E domani si passa in Canada!

1 commento: