lunedì 15 giugno 2009

TUNISIA mare chiaro


Ecco il resoconto del nostro viaggio in tunisia. Partiti dal Catullo per Monastir, arriviamo in serata e già sul pulmino per il trasferimento dall'aeroporto a Mahdia scorgiamo degli uomini con il caratteristico copricapo che stendono tappeti nelle aiuole a lato strada e si inchinano a pregare....siamo decisamente in Tunisia.

Abbiamo scelto Mahdia per goderci il mare più suggestivo della costa tunisina, e in effetti il tratto più centrale della grande spiaggia, dove l'acqua è più bassa e la sabbia più bianca, è davvero cristallino e di un colore azzurro sorprendente. A tratti la sabbia non è più sabbia, ma un agglomerato di piccolissime conchiglie di mille forme e colori...mai visto prima.

Il nostro hotel si trova invece verso la fine della spiaggia, più vicino al centro di Mahdia. Si tratta di una struttura piccola, frequentata da soli italiani, dove si mangia decisamente bene. La stanza è bellissima, in perfetto stile tunisino con i mosaici sugli scalini che portano alla seconda camera soppalcata e i colori bianco e azzurro in contrasto. La nostra spiaggia non è pulitissima, perchè il vento spazza verso il fondo della costa i ricci secchi, legnetti, residui marini di vario tipo...ad ogni modo tutte cose naturali. La cosa positiva è che non c'è molta gente e l'animazione non è insistente, quindi si sta bene e ci si può rilassare.
Il mare è più profondo davanti al nostro hotel, e purtroppo nei giorni di mare mosso raccoglie le alghe spazzate a sud dalle correnti e anche numerose piccole meduse.

É ormai evidente che per godersi il mare migliore bisogna passeggiare sulla spiaggia verso nord.
I ragazzi del posto vengono in spiaggia verso sera per fare il bagno...e le ragazze tunisine entrano in acqua per giocare e spruzzarsi completamente vestite con i loro veli in testa.

Per visitare Mahdia ci affidiamo alle proposte degli autoctoni: un signore si offre di accompagnarci con il suo minivan, insieme a una famiglia di nostri amici, per un prezzo molto ragionevole e accettiamo.

Visitiamo dapprima il grande cimitero che si trova sulla strada, con le cupole bianchissime, e ci spiegano che le lapidi hanno forme caratteristiche diverse a seconda che vi sia sepolto un uomo o una donna. Vicino al cimitero ci sono delle calette molto caratteristiche, con i bar del luogo, dove i ragazzi del luogo si ritrovano e fanno il bagno.
Il centro di Mahdia è molto caratteristico, con i suoi viottoli irregolari, le case tutte bianche e le porte colorate, il minareto che si staglia su tutto e ti ricorda che siamo in un paese musulmano, il tutto condito da una vegetazione decisamente africana.

Passeggiamo per il centro, visitando un negozio di abiti e tessuti (dove ci fanno provare degli abiti nuziali caratteristici), un negozio di favolosi tappeti tessuti a mano sul retro dalle donne, e il mercato del pesce vicino al porto coi suoi mosaici a quadrettini bianchi e blu. I negozietti sono pittoreschi,  vendono spezie di ogni tipo e colore in enormi sacchi, olii, essenze....

Per terra lungo le strade si vende il coloratissimo vasellame tunisino, uno spettacolo.

Gli odori delle vie sono impregnati di questi elementi, oltre al fortissimo odore di mare e di pesce.

La nostra settimana trascorre tranquilla, nel caldo afoso che già a giugno si fa sentire, e sulla via di ritorno verso Monastir possiamo osservare gli enormi campi di cactus, e l'architettura originalissima della Tunisia.
Il senso di povertà è forte, la gente vive come può, di cose semplici.
Le finestre sono molto ricercate e ricche di arzigogoli, le tende coloratissime, e le insegne sono spesso dipinte alla bell'e meglio sulle case.
Le facciate delle case sono adornate di tante piastrelline dai disegni geometrici, i cancelli in ferro battuto sono spesso delle vere opere d'arte...e spesso sulle facciate sono esposti grandi stendardi con la figura del presidente della "repubblica" tunisina Ben Ali.

Le vie di Monastir sono assolate, chiare e polverose...le case sono perlopiù basse ma campeggiano anche alcuni palazzoni fatiscenti.

Molte case sono lasciate al grezzo ancora con le impalcature e nessuno che ci lavora, non si sa se ancora in costruzione o abbandonate.
Le auto sono vecchie, perlopiù si tratta di grosse mercedes di modelli superatissimi o di furgoncini che caricano qualsiasi cosa.

L'impressione generale è di povertà e dissesto...a tratti sembra un paesaggio postatomico.
Colpiscono i carretti trainati dai muli con i pneumatici di gomma e i sedili delle auto al posto di guida...i vecchi motorini che sembrano di un'altra epoca, le seggioline fuori dalle porte, le fontane rotonde, le panchine rivestite delle classiche piastrelline, le bandierine rosse della Tunisia appese ai fili che adornano ogni angolo, ogni rotonda, e le enormi palme vicino alla costa.


Il mare verso Monastir si fa verdognolo e putrescente vicino alla costa...l'inquinamento è sconcertante.

Ci rimane la sensazione di aver visto con i nostri occhi un paese così diverso dal nostro, dove la vita scorre troppo piano e il disagio forse sotto sotto monta.
 Ci risulta molto più comprensibile il desiderio di molti giovani tunisini di fuggire di qui e cercare una vita all'occidentale in Europa, con ritmi più moderni e nuove possibilità di vita.



(pictures by Spunci)